sabato 24 novembre 2007

Con la neve negli occhi( e l'acido lattico nelle gambe! )



Ovvero...prima sci alpinistica della stagione!!!!
Frazione Pattemouche - Clot de la soma.
50 cm di neve fresca.
L'estate mi aveva fatto dimenticare l'emozione di quando indossati i miei scarponi,tirate le pelli, aggancio gli sci e parto su verso la cima della montagna.
Quella sensazione di caldo e freddo alternato che provi anche in quota, il sudore lungo la schiena, il gusto e l'odore della neve, il male alle gambe e alle braccia non più abituate a quei movimenti, la cima e poi i brividi della discesa.
Questo è ciò che vorrei fare tutti i giorni, vorrei avere il tempo di partire e isolarmi da tutto per ristabilire quel magico contatto con la montagna e con me stessa.
Ieri era tutto meraviglioso, gli alberi piegati per il carico di neve, la pista immacolata senza nessuna traccia se non quella dei caprioli che di tanto in tanto incontravamo sul cammino, il silenzio rotto solamente dal mio faticoso respirare e poi il fruscio degli sci in discesa, ogni rumore ovattato dalla presenza di questa tanto attesa neve.
Lassù in cima mentre tentavo di orientarmi in quel panorama bianco che ero abituata vedere solo tinto di verde, ho riprovato la felicità del vivere e con un sol colpo ho cacellato tutti i problemi e le amarezze di questi mesi.
Era ora che arrivassi,che tingessi di bianco le mie giornate, che riempissi le mie narici con i tuoi profumi..bentornata,ti attendavamo!

( Grazie Cala per avermi tanto aspettata...ma mi rifarò presto =o) )

sabato 17 novembre 2007

Noi donne

In questi giorni per diversi motivi , sia legati alla vita privata che al lavoro, ragionavo su quanto complicati siano i rapporti tra le donne, di come sia difficile esprimere i propri pareri a una amica o collega senza che vengano fraintesi e presi come atti di accuse, il fatto è che non si riesce a risolvere queste incomprensioni con un semplice confronto : il civile scambio di idee, o anche con una sana scazzottata negli “ spogliatoi “ , è impossibile e alla fine i mille sorrisini e complimenti celano un lavorio sotterraneo, la creazione di una bomba a orologeria recante un grosso cartello con la scritta “ VENDETTA”.
E’ possibile che proprio noi che abbiamo lottato insieme per avere gli stessi diritti degli uomini, noi che siamo così sensibili e intuitive, non riusciamo a sopprimere la competitività e l’invidia? Non capiamo che sono proprio questi sentimenti a non farci compiere quel salto di qualità, quella crescita spirituale per elevarci in qualche modo a uno livello superiore non solo legato ai generi ma anche alle specie?
Sono cresciuta con gli uomini, ero l’unica femmina in un gruppo di cinque cugini maschi, con loro ho imparato a risolvere a muso duro le questioni, a nascondere tutte le debolezze femminili e a non piangere mai...mi costringevano a dure prove di coraggio,ero obbligata a costruire case di pietra e ad azzuffarmi con bande nemiche, sapevo però che in qualsiasi momento loro c’erano, che potevo contare sulla loro complicità disinteressata.
Mi piaceva proprio come venivano risolte le incomprensioni, lo scontro a parole prima, qualche pugno o pietra lanciata, due parolacce,la fuga per non far vedere le lacrime e poi...e poi era tutto risolto! Amici come prima, o forse un pò meno amici ma la situazione era risolta una volta per tutte.
Solo quando ho incominciato a frequentare le donne ho capito che era differente, dopo aver tirato qualche treccia e colpito qualche bel visino le maestre mi hanno fatto capire che le femmine non facevano queste cose, ma non mi avevano avvertito che ne facevano di peggio!
Ed ecco che come a quei tempi ho pensato di reagire nella medesima maniera , confidando nel fatto che mi rivolgevo a persone che conosco ormai da anni e con cui pensavo di avere un certo buon rapporto, invece il desiderio di essere sempre sotto ai riflettori, quel potere che quando uno lo percepisce nelle proprie mani è difficile non esercitare si sono fatti sentire, distruggendo ogni mia illusione.
Siamo così complicate...e tutto questo inutile affannarci a cosa ci porta? Solo ad avere qualche gastrite in più e a doverci controllare sempre le spalle, come le casalinghe disperate della tv abbiamo sempre qualche buona parola sulla bocca e un bel pugnale , magari griffato nella tasca...

domenica 4 novembre 2007

Quanto mi manca...


La mia vita è costituita da tante piccole cose, come quella di tutti, ci sono attimi che adoro e di cui non posso fare a meno, sono quelli che riescono ad affossare tutte le ansie della mia giornata, sono la linfa vitale che mi tiene a galla, quando le onde della quotidianità tentano di affondarmi.
Tra queste mie ancore c'era anche Smeagol!
Il suo ron ron sulla mia pancia alla sera era il modo migliore per regolarizzare i miei battiti e trovare serenità.
Il pensiero di Smeagol era legato a quello di casa, lei faceva parte della mia piccola famiglia e mi accompagnava da tre anni in questo mio lento avanzare nell'età adulta, aveva con me superato i momenti più duri , quelli in cui mi sono sentita veramente sola su queste montagne, quando il pensiero della casa vuota mi faceva pensare di fuggire lontano, l'immagine di Smeagol mi tratteneva ed era un motivo per non mollare.
Acceto e condivido il pensiero di coloro che non concepiscono i sentimenti degli uomini verso gli animali, ma purtroppo in questo caso non riesco a essere razionale, nonostante che mi sforzi e pensi che ci siano motivi più validi per piangere, il dolore viene a galla e mi soffoca, mi chiude la gola e mi strozza la voce.
Mi manca da morire , mi manca aprire la porta e trovarla di fronte come se avesse riconosciuto da lontano il mio passo, mi manca il saperla a casa come una compagna fedele, mi manca la nostra complicità notturna, le coccole scambiate durante il sonno di Cala e le litigate per i topi sgozzati sullo zerbino...mi manca e basta.
Questo post è per lei per lasciare in qualche modo un segno indelebile in questo mio diario virtuale anche se lei ha già un posto nel bagaglio dei miei ricordi.