venerdì 21 dicembre 2007

martedì 11 dicembre 2007

un sogno

Una nuova esperienza, un sogno su montagne diverse e da scoprire...
http://www.montagna.tv/?q=node/6603

domenica 9 dicembre 2007

Quella che non è stata invitata

Oggi dopo aver parlato al telefono con la fidanzata di mio fratello mi sono ritrovata a riflettere sui matrimoni, e sul fatto che io non venga mai invitata a quelli dei miei amici, che siano stati migliori amici, amanti, fidanzati...quando si sposano dimenticano di inserire il mio nome nell'elenco degli invitati e io divento quella quella che non è stata invitata.
Non si tratta di persone con cui non ho più alcun legame, con cui si sono interrotti i contatti,ma di persone che sento che hanno con me lo stesso rapporto che hanno con gli altri invitati e forse anche qualche ricordo in più!
Ecco forse è questo il problema...i ricordi! E' possibile che il passato debba sempre influire sul presente e condizionare i rapporti e le amicizie? Non sarebbe decisamente più comodo resettare dalla nostra memoria alcuni eventi e fare in modo tale che i rapporti continuino ad essere delle semplici e belle amicizie?Quanto sarebbe bello poter "riavviare" la nostra vita?
Probabilmente non è nemmeno questo il problema e io sono qui a riflettere su un qualcosa che poi in fondo non m'interessa molto, non credo infatti nel matrimonio e neppure mi piacciono quelle cerimonie in cui la sposa deve essere la più bella e lo sposo il più emozionato, e poi tutte quelle persone negli abiti da festa, con le scarpe nuove che fanno quel rumore fastidioso sul pavimento della chiesa, e i gruppi degli uomini separati da quelli delle donne, come per dimostrare al momento di un unione quanto in realtà siamo diversi.
Eppure la gente si sposa ancora e pensandoci bene,saranno ancora molti i matrimoni a cui non parteciperò...continuerò ad essere quella che non è stata invitata!


sabato 8 dicembre 2007

la sabbia in bocca


Questa mattina mi sono svegliata felice, come non capitava più da giorni, nonostante la testa pesante che faceva un pò fatica a stare dritta sul collo e la sensazione di avere della sabbia in bocca, stavo bene. Chissà come fanno il poco sonno e l'alcol a crearla, un pò come il mare...comunque sia a me permane fino alla prima corsa o sudata sugli sci,nemmeno il cibo o l'acqua riescono a debellarla. Mi sentivo ugualmente appagata, infatti avrei voluto scrivere di come la mia macchina sia un pò la mia prima casa ma l'euforia ha resettato dalla mia mente qualsiasi precedente pensiero.
Non bisognerebbe mai domandarsi il perchè di uno stato d'animo ,ma viverlo e basta e aspettare che si ripresenti in un'altra occasione, come mi suggeriva Martina, non pensare al passato nemmeno al futuro ma vivere il presente, quell'attimo così com'è.
In realtà io ci ho riflettuto sopra, perchè se riuscissi a essere tutti i giorni così il mio lavoro mi peserebbe meno e anche chi sta attorno a me vivrebbe più serenamente, quando siamo felici infatti le ore scorrono, le parole escono fluide dalla nostra bocca e i pensieri funesti sono così lontani..
Il motivo era una frase, semplice, pronunciata velocemente tra uno scarpone e uno sci, parole conosciute, già sentite che però in quella serata avevano un significato diverso e nuovo per me.
Ora che lo so, la tengo stretta e cerco di rivivere quel brivido del nuovo ,come quando da bambina cercavo di rivivere l'emozione del Natale, mi svegliavo di notte, accendevo la luce e immaginavo i doni vicino al letto e risvegliavo le farfalle nello stomaco.
Questo è il mio regalo, il più prezioso...non ho bisogno di altro!

sabato 24 novembre 2007

Con la neve negli occhi( e l'acido lattico nelle gambe! )



Ovvero...prima sci alpinistica della stagione!!!!
Frazione Pattemouche - Clot de la soma.
50 cm di neve fresca.
L'estate mi aveva fatto dimenticare l'emozione di quando indossati i miei scarponi,tirate le pelli, aggancio gli sci e parto su verso la cima della montagna.
Quella sensazione di caldo e freddo alternato che provi anche in quota, il sudore lungo la schiena, il gusto e l'odore della neve, il male alle gambe e alle braccia non più abituate a quei movimenti, la cima e poi i brividi della discesa.
Questo è ciò che vorrei fare tutti i giorni, vorrei avere il tempo di partire e isolarmi da tutto per ristabilire quel magico contatto con la montagna e con me stessa.
Ieri era tutto meraviglioso, gli alberi piegati per il carico di neve, la pista immacolata senza nessuna traccia se non quella dei caprioli che di tanto in tanto incontravamo sul cammino, il silenzio rotto solamente dal mio faticoso respirare e poi il fruscio degli sci in discesa, ogni rumore ovattato dalla presenza di questa tanto attesa neve.
Lassù in cima mentre tentavo di orientarmi in quel panorama bianco che ero abituata vedere solo tinto di verde, ho riprovato la felicità del vivere e con un sol colpo ho cacellato tutti i problemi e le amarezze di questi mesi.
Era ora che arrivassi,che tingessi di bianco le mie giornate, che riempissi le mie narici con i tuoi profumi..bentornata,ti attendavamo!

( Grazie Cala per avermi tanto aspettata...ma mi rifarò presto =o) )

sabato 17 novembre 2007

Noi donne

In questi giorni per diversi motivi , sia legati alla vita privata che al lavoro, ragionavo su quanto complicati siano i rapporti tra le donne, di come sia difficile esprimere i propri pareri a una amica o collega senza che vengano fraintesi e presi come atti di accuse, il fatto è che non si riesce a risolvere queste incomprensioni con un semplice confronto : il civile scambio di idee, o anche con una sana scazzottata negli “ spogliatoi “ , è impossibile e alla fine i mille sorrisini e complimenti celano un lavorio sotterraneo, la creazione di una bomba a orologeria recante un grosso cartello con la scritta “ VENDETTA”.
E’ possibile che proprio noi che abbiamo lottato insieme per avere gli stessi diritti degli uomini, noi che siamo così sensibili e intuitive, non riusciamo a sopprimere la competitività e l’invidia? Non capiamo che sono proprio questi sentimenti a non farci compiere quel salto di qualità, quella crescita spirituale per elevarci in qualche modo a uno livello superiore non solo legato ai generi ma anche alle specie?
Sono cresciuta con gli uomini, ero l’unica femmina in un gruppo di cinque cugini maschi, con loro ho imparato a risolvere a muso duro le questioni, a nascondere tutte le debolezze femminili e a non piangere mai...mi costringevano a dure prove di coraggio,ero obbligata a costruire case di pietra e ad azzuffarmi con bande nemiche, sapevo però che in qualsiasi momento loro c’erano, che potevo contare sulla loro complicità disinteressata.
Mi piaceva proprio come venivano risolte le incomprensioni, lo scontro a parole prima, qualche pugno o pietra lanciata, due parolacce,la fuga per non far vedere le lacrime e poi...e poi era tutto risolto! Amici come prima, o forse un pò meno amici ma la situazione era risolta una volta per tutte.
Solo quando ho incominciato a frequentare le donne ho capito che era differente, dopo aver tirato qualche treccia e colpito qualche bel visino le maestre mi hanno fatto capire che le femmine non facevano queste cose, ma non mi avevano avvertito che ne facevano di peggio!
Ed ecco che come a quei tempi ho pensato di reagire nella medesima maniera , confidando nel fatto che mi rivolgevo a persone che conosco ormai da anni e con cui pensavo di avere un certo buon rapporto, invece il desiderio di essere sempre sotto ai riflettori, quel potere che quando uno lo percepisce nelle proprie mani è difficile non esercitare si sono fatti sentire, distruggendo ogni mia illusione.
Siamo così complicate...e tutto questo inutile affannarci a cosa ci porta? Solo ad avere qualche gastrite in più e a doverci controllare sempre le spalle, come le casalinghe disperate della tv abbiamo sempre qualche buona parola sulla bocca e un bel pugnale , magari griffato nella tasca...

domenica 4 novembre 2007

Quanto mi manca...


La mia vita è costituita da tante piccole cose, come quella di tutti, ci sono attimi che adoro e di cui non posso fare a meno, sono quelli che riescono ad affossare tutte le ansie della mia giornata, sono la linfa vitale che mi tiene a galla, quando le onde della quotidianità tentano di affondarmi.
Tra queste mie ancore c'era anche Smeagol!
Il suo ron ron sulla mia pancia alla sera era il modo migliore per regolarizzare i miei battiti e trovare serenità.
Il pensiero di Smeagol era legato a quello di casa, lei faceva parte della mia piccola famiglia e mi accompagnava da tre anni in questo mio lento avanzare nell'età adulta, aveva con me superato i momenti più duri , quelli in cui mi sono sentita veramente sola su queste montagne, quando il pensiero della casa vuota mi faceva pensare di fuggire lontano, l'immagine di Smeagol mi tratteneva ed era un motivo per non mollare.
Acceto e condivido il pensiero di coloro che non concepiscono i sentimenti degli uomini verso gli animali, ma purtroppo in questo caso non riesco a essere razionale, nonostante che mi sforzi e pensi che ci siano motivi più validi per piangere, il dolore viene a galla e mi soffoca, mi chiude la gola e mi strozza la voce.
Mi manca da morire , mi manca aprire la porta e trovarla di fronte come se avesse riconosciuto da lontano il mio passo, mi manca il saperla a casa come una compagna fedele, mi manca la nostra complicità notturna, le coccole scambiate durante il sonno di Cala e le litigate per i topi sgozzati sullo zerbino...mi manca e basta.
Questo post è per lei per lasciare in qualche modo un segno indelebile in questo mio diario virtuale anche se lei ha già un posto nel bagaglio dei miei ricordi.

domenica 21 ottobre 2007

A Pragelato sotto le stelle - 12 gennaio 2008



Cronoscala in notturna di sci alpinismo in tecnica classica e libera.
Ore 19,30 partenza in linea da Pattemouche - Pragelato

Impacchettare i ricordi


Ho compiuto il grande passo!
In effetti ora tocca alla mia generazione, è ciclica la cosa, arriva un momento nella vita in cui si sente la necessità di avere una propria casa, quel luogo in cui si desidera ritornare dopo il lavoro, un viaggio o una giornata faticosa.
In passato ho principalmente legato a questo termine mia madre , casa per me era il profumo misto di biancheria pulita e di cucina, la luce serale che filtrando dai vetri rendeva l'atmosfera ovattata, il bagno sempre inconcepibilmente pulito e il letti in ordine. Ricordo come dopo l'oratorio il sabato pomeriggio con le mani fredde e la bocca riarsa , per strada durante il rientro, mi pregustavo già l'arrivo a casa, il calore che mi avvolgeva aprendo la porta , mia mamma in cucina che preparava la merenda e la mia cameretta in ordine, che meraviglia, chissà se anche mia sorella prova le stesse emozioni!
In realtà durante alcuni meravigliosi anni della mia vita, casa per me era la mansarda in cui vivevo sopra ai miei, tornare a casa dopo l'università era il gatto sulla sedia a dondolo, il profumo d'incenso misto a vaniglia, una lampada dal lungo stelo accesa, una scrivania in disordine e un letto pieno di vestiti. Che anni fantastici, quello era il mio regno, la prima volta che sentivo un luogo essere solo mio , lo specchio del mio essere, lì potevo accogliere chi volevo, disegnare sui muri, cambiare quante volte desiderassi il colore alle pareti ma soprattutto rimanere ore in silenzio a leggere senza che alcuno potesse disturbarmi.
Oggi non ho una casa anzi ne ho avuto molte, anche se in realtà non le chiamerei così, piuttosto potrei dire che ho avuto molte...tane, luoghi in cui rifugiarmi per dormire, mangiare e lavarmi.
Ho dovuto affrontare almeno 5 traslochi in 4 anni, anche se ho ormai imparato a non accumulare e a non disfare mai completamente le valigie, traslocare mi stressa sempre tantissimo, riesce a caricarmi un'ansia... questa volta però mi fermerò nello stesso luogo un pò più a lungo...ebbene sì ho comprato casa, anzi è più corretto dire che abbiamo comprato casa, io e il mio moroso abbiamo deciso di ritagliare in Pragelato un nostro spazio,non si tratta ovviamente della casa dei nostri sogni , ma ciò che ci permettono le nostre finanze in questo momento,si tratta comunque di un nostro luogo che dovrebbe custodire parte della nostra vita quando siamo lontani, accoglierci con calore al ritorno dai nostri viaggi e coccolarci nelle lunghe sere invernali.
Ovviamente tutto questo mi riempie il cuore ,sono felice, mi piace in questi giorni entrare nell'appartamento e sentire che quella sarà finalmente di nuovo CASA.
Prima però devo affrontare il trasloco, sono giorni ormai che nel tempo libero impacchetto e dispongo, impacchetto e dispongo eppure ogni volta che giro lo sguardo continuo a vedere oggetti, fragili che si rompono, grandi che ingombrano, vestiti, coperte, lenzuola ,asciugamani e poverina anche Smeagol che non riesce bene a comprendere cosa stia accadendo e allora per mettere le zampe avanti mi porta 2 o 3 uccellini o topi al giorno, come per ricordarmi che anche lei ha un ruolo in casa e che non dobbiamo dimenticarcene.
Poverina mi fa una tenerezza! E si perchè in questi giorni che il nostro appartamento è da terminare ci trasferiamo a casa della mamma di Cala, un "appartamento di cortesia" in cui dovremmo stare per un mese per poi affrontare il trasloco definitivo!
Dunque la piccola Smeagol continua a dormire nel vecchio appartamento da sola tra scatole e fogli di giornale. Credo che sia la cosa migliore, in modo tale che lei entri per ultima nella casa già in ordine solo più da scoprire.
Mi fa impressione vedere tutte la mia vita inscatolata come una cucina dell’ Ikea :cucina 7 scatole, soggiorno 6 scatole, camera 3 scotole, bagno 3 scatole...vestiti 4 borsoni...e voilà tutta la nostra quotidianità si può ridurre a 19 scatoloni e 4 borsoni.
Mi viene una voglia di prendere e buttare via tutto solo per non avere lo stress di doverlo trasportare in un altro posto per poi spacchettare e disporre,spacchettare e disporre nuovamente.

In questi momenti mi rendo conto di come riusciamo a circondarci di cose inutili che stanno solo lì a prendere polvere e a occupare spazio eppure nonostante tutti i buoni propositi mi ritrovo sempre ad arrotolare nel giornale i ricordi...”ecco, qui in questo angolo della scatola metto i primi giorni di lavoro a Pragelato, laggiù che è bello grande le Olimpiadi, qui invece il giorno che ho conosciuto il mio fidanzato e vicino le prime uscite con gli sci, la Val Troncea, Giulia, mamma, Oscar.....”

sabato 13 ottobre 2007

Silenzio


Ho un blocco.
Non riesco a scrivere, ormai dura da giorni, anzi credo che siano settimane,non riesco a creare una frase dal senso compiuto, mi escono solo brandelli di parole.
VUOTO, manca il collegamento tra la mia mente e le mie mani ...
Mi domando cosa possa essere successo, eppure percepisco il vagare veloce dei miei pensieri tra i meandri della mia mente e il mio cervello che da instancabile lavoratore cerca di catturarli, analizzarli e catalogarli, giorno e notte, perchè non mi danno tregua nemmeno nel sonno.
L'altra sera infatti mi sono addormentata sul divano mentre leggevo…da quando io e Cala siamo tornati ad essere una famiglia, adoro questi momenti di intimità tra di noi, mi piace quando alla sera sebbene impegnati entrambi in differenti mansioni, cerchiamo un contatto chiedendoci reciproci consigli o comunicando i propri pensieri, trovo che sia bello che nelle poche ore in cui ci possiamo dedicare alle cose che più ci piacciono e nell’intimità che solo la notte sa regalare, restiamo tacitamente uniti .
Mi pareva di essere rilassata eppure ho fatto un sogno faticoso, ero in Cina , nella Cina del Terzani, quella degli anni '60 ,ricordo che cercavo affannosamente di conoscere e amare questo paese, forse perchè in questi giorni sto cercando di reprimere quel sentimento di odio che provo verso il governo cinese.
Ricordo che camminavo per le vie di una città polverosa con un grillo in tasca, attorno a me tanti cinesi tutti vestiti uguali, come cane annusavo l'aria in cui percepivo profumi che mi sembravano famigliari,come già sentiti, randagia mi muovevo in direzione di un enorme Buddha di pietra nella posizione del loto ,che spuntando da dietro delle foglie di un'ipotetica foresta mi guardava e pareva placare la mia ansia. Ricordo il rosso di alcune costruzioni e il blu dei vestiti e io che respirando l’aria umida cercavo una strada verso quegli occhi.
La cina... quante volte l’ho ritrovata nella mia vita in questi giorni:
  • Made in china- occhialini nuovi, scarpe che uso a correre, la tazza per la colazione.
  • Danilo che vive in Cina ed è innamorato di una cinese
  • Francesca che da lunedì dovrà contattare aziende cinesi
  • Pechino 2008- nessuna religione durante le olimpiadi
  • Cina e Birmania
  • Cindia il libro che ho ordinato su internet
  • Cina in “ La fine è il mio inizio” libro che sto leggendo
  • Dolorosa questione tibetana, sabato scorso ho partecipato a un incontro organizzato dal gruppo Tibet di Pinerolo in cui si affrontava il problema della repressione cinese sul pacifico popolo tibetano, una tragedia che non solo sta provocando vittime ma che sta distruggendo una cultura basata sugli insegnamenti buddhisti di non violenza e di rispetto per gli altri .

Ecco perchè i miei sentimenti verso questo paese, risulta essere così lontano da tutti quelli che sono i miei ideali, oggi però mi faccio forza rileggendo il discorso del Dalai Lama nel 1989 quando ricevette il premio nobel per la pace :

[...]“Riflettendo su ciò che potrei dire oggi, vorrei condividere con voi alcuni miei pensieri relativi ai problemi comuni che noi tutti dobbiamo affrontare come membri della famiglia umana. Tutti condividiamo questo piccolo pianeta e dobbiamo imparare a vivere in armonia e in pace sia l'un l'altro che con la natura. Questo non è un sogno bensì una necessità. Dipendiamo l'uno dall'altro in molteplici modi, tanto che non possiamo più vivere in comunità isolate e ignorare nel frattempo ciò che sta succedendo al di fuori di queste comunità. Dobbiamo aiutarci l'un l'altro quando abbiamo delle difficoltà, e dobbiamo condividere la buona fortuna di cui godiamo. Vi parlo come un semplice monaco. Se troverete utile quello che dirò, spero che cercherete di metterlo in pratica.[...]
In quanto libero portavoce dei miei concittadini, sento come mio dovere di parlare a loro nome. Non parlo con un sentimento d'ira o di rancore per coloro che sono responsabili dell'immensa sofferenza del nostro popolo e della distruzione della nostra terra, delle nostre case e della nostra cultura. Anch'essi sono esseri umani che si sforzano di trovare la felicità e meritano la nostra compassione. Parlo per informarvi della triste situazione in cui versa oggi il mio paese e delle aspirazioni del mio popolo, perché, nella nostra lotta per la libertà, la verità è l'unica arma che possediamo.[...]
In alcuni paesi, si presta troppa attenzione alle cose esterne e si dà pochissima importanza allo sviluppo interiore. Io credo che entrambi siano importanti e debbano essere sviluppati fianco a fianco in modo da ottenere un buon equilibrio tra di essi. I tibetani sono sempre descritti dai visitatori stranieri come gente felice e gioviale. Questo fa parte del nostro carattere nazionale, formato da valori culturali e religiosi che pongono l'accento sull'importanza della pace mentale ottenuta grazie a un sentimento di amore e benevolenza per tutti gli esseri senzienti, sia umani che animali.
La pace interiore è la chiave di tutto: se avete la pace interiore, i problemi esterni non influenzano il vostro profondo senso di pace e tranquillità. In queste condizioni di spirito, si possono trattare le situazioni con calma e ragione, mantenendo la felicità interiore. Questo è molto importante; senza la pace interiore, per quanto confortevole sia materialmente la nostra vita, restiamo spesso preoccupati, turbati o infelici a causa delle circostanze.[...] “
Ancora oggi Pechino bandisce i paese che ricevono il Dalai Lama ...

giovedì 4 ottobre 2007

mercoledì 26 settembre 2007

martedì 25 settembre 2007

Sentirsi stranieri


Ci sono luoghi in cui ci sentiamo subito a casa, altri a cui sentiamo di non appartenere ma che impariamo ad amare, e poi ci sono le volte in cui ti senti straniero in mezzo a tanta gente e vorresti capire quel diverso che hai di fronte, vorresti essere libero di comprenderlo ma ti rendi conto che è così lontano da te, così terribilmente inconcepibile da spaventarti.
Non mi piace sentirmi l'intrusa, la turista che arriva , ruba qualche foto qua e là, compra i manufatti locali e poi scappa va via verso il suo paese che ben conosce e in cui si sente protetta.
Preferisco instaurare un rapporto con i locali, riuscire tramite qualche parola detta nella loro lingua a rompere quel muro che separa le differenti culture, camminare per le vie dei paesi, fare la spesa e sentire che la gente si fida di te, che non sei messo nella categoria dei turisti che guardano e vanno via.
Eppure qui mi sento gli occhi puntati addosso, occhi sopra ai baffi e sotto i veli!
Non ho preso il primo aereo e nemmeno il secondo come mi suggeriva Simone, ma uno programmato da tempo e ho volato verso quell'unica persona al mondo che è fatta della mia stessa materia: mio fratello!
Io e Oscar siamo così simili quanto diversi, lui è più grande di me di quattro anni eppure tutti pensano al contrario, non sono mai sicura che le persone siano sincere quando dicono che è lui a dimostrarne meno , forse sono entrambe le cose...
In realtà io sono la sua sorella minore in tutto e per tutto, sia per prendermi le sgridate quando ritiene che abbia sbagliato in qualcosa, che fastidio quando con quel tono da essere superiore mi dice " Ma cosa fai...?" mi ricorda quando da ragazzini in mezzo ai suoi amici mi faceva diventare alta "così", sia nel sentirmi protetta camminando al suo fianco, credo che la medesima sensazione possa essere provata solo con un padre.
Non ricordo i tempi in cui mio padre viveva con noi , ma Oscar ha saputo riempire quella lacuna, la mancanza di una persona maschile nella mia vita, si è caricato sulle spalle la Priska adolescente e le ha insegnato a vedere il mondo con gli occhi da adulto.Eh si ,quante lavate di capo, quante ramanzine alla sera a tavola, ma anche tante risate e chiacchiarate notturne. Ricordo un' estate quando presa come sempre da tutti i miei pensieri, mi rifugiai qualche giorno sulle mie montagne, a casa di mio nonno, per cercare di affoggarli con la corsa e l'aria fredda. Non volevo vedere nessuno e credevo che nessuno potesse comprendermi fino in fondo.
Era notte e io sotto le coperte nel silezio montano scrivevo il diario che da sempre racchiude la mia vita, persa fra i tristi segni che la mia penna creava , sentii bussare alla mia porta, ebbi paura e non so nemmeno di cosa, quella paura che si ha quando si è bambini, priva di raziocinio, la medesima che si può provare nei sogni, aprii lentamente e me lo trovai di fronte, mio fratello con in mano la maglietta per dormire e delle cassette da ascoltare. Il calo della tensione mista al piacere di vedermelo di fronte mi fece battere forte il cuore e mi riempì gli occhi di lacrime. Coricata insieme a lui nel lettone ascoltando la sua musica, cancellai con un sol colpo tutte le mie angosce; il giorno dopo tornai a casa!
Caspita, devo abbassare il volume del mio mac , è arrivato il momento, il muezzin recita le preghiere con l'autoparlante, nonostante che sia qui da diversi giorni ormai, non mi ci sono ancora abituta e questa cantilena seguita da altre numerose provenienti dalle moschee vicino, mi stupisce sempre ,mi procura un immenso piacere e risveglia in me la consapevolezza di essere in un altro luogo, di avere la fortuna di essere libera e di viaggiare.
La libertà...si sentiranno libere sotto i veli queste donne che come fantasmi neri si aggirano per i bazar, vedo solo i loro occhi, mentre con le mani coperte da guanti toccano la frutta e la verdura, le loro tuniche che non lasciano trapelare alcuna forma, sfiorano le mie gambe felicemente scoperte...mi sento "l'altro", quello che non comprende, così come da adolescente, colma di pensieri, mi trovo a scrivere il mio diario ormai virtuale e attendere che mio fratello bussi alla porta.

domenica 16 settembre 2007

Perdersi per poi ritrovarsi

Ci sono volte in cui perdiamo di vista noi stessi , le persone e le cose che amiamo, in cui ci lasciamo sopraffare dagli impegni della vita di tutti i giorni, dalle convenzioni imposte dalla società, volte in cui permettiamo ai cattivi consiglieri di influenzarci , il gatto e la volte che con magistrale loquacità ci propongono viaggi in fantastici paesi dei balocchi; spesso però quando ci accorgiamo dell’errore che stiamo commettendo è già troppo tardi per poter tornare indietro per ripercorre un’altra volta quel pezzo di strada.
Mi sembra di sentirla la voce del burattinaio che gioca con i fili della mia vita “ Vai avanti piccolo burattino,come Orfeo non devi guardare indietro..muoviti ,ora vai!”
Basta,taglio i fili, seppur mordendo il terreno sotto i miei piedi , voglio camminare libera!
La vita così mi sta stretta...non sopporto più questi ritmi imposti, questi blocchi che qualcuno ha posizionato nella mia mente fin da quando ero piccola. Non sono queste le cose importanti per me, eppure ogni tanto mi perdo di vista...com’è possibile?Come riesco a dimenticare chi sono veramente?
Oggi sono scappata in alto, più in alto che potessi andare in una sola giornata, avevo bisogno di placare tutti i miei pensieri, di unirmi alla montagna e perdermi nel suo orizzonte costellato di vette...in quel momento di pace con me stessa,che solo il raggiungimento della cima mi sa dare, ho sommessamente ringraziato mia madre di aver accettato la sfida della mia nascita e avermi permesso di poter vivere questa vita nel bene e nel male.
Chissà se io avrò mai lo stesso coraggio!
Con la mente sgombra da ogni preoccupazione ho capito che la mia vita affannata non ha senso, che devo interrompere questo mio esistere alla ricerca di una perfezione che non è la mia ma quella di chi mi ha educata, che è ora che io inizi a dare peso alle cose che veramente mi interessano per non perdermi più, ma rafforzare quella Priska indipendente che può pensare con la propria testa.
Mi sono persa...in un labirinto di parole, in mondi paralleli, in vite altrui...vorrei provare di nuovo l'emozione di ieri, di quando mi sono ritrovata, lassù tra le mie montagne.
( Grazie Fabio! )

venerdì 7 settembre 2007

Il primo aereo


Sono questi i momenti in cui prenderei il primo aereo per volare lontano, i momenti in cui non c'è più nulla a legarmi a questi luoghi, sono questi i momenti in cui avrei la forza di tentare una vita altrove, di cercare una nuova identità, in cui vorrei varcare confini e provare quella forte emozione che solo la scoperta di un paese nuovo ti fa provare.
Andare alla ricerca dell' El Dorado, del paradiso terrestre dove gli uomini vivono felici e in pace con se stessi, dove sono liberi dai bisogni materiali e dai piaceri fisici.
Mi ripeto: è questo il momento giusto Priska, devi cogliere la palla al balzo, parti, vai, non per forza la tua vita deve risolversi tra queste montagne, in Piemonte , in Italia, vai aiutare chi ha veramente bisogno, lì dove i problemi non sono questi tuoi banali, ma la lotta per la sopravvivenza,la malattia e la morte. Vai a vedere Priska chi sta male, rendi importante la tua presenza in questo mondo, non fermarti qui.
Ma è veramente questa la soluzione? Non sarebbe anche questo un atto egoisto? Non dovrei prima risolvere i problemi con me stessa e non trasformare il viaggiare in un semplice riempire un buco che ho dentro?
Ci ho pensato tutta la notte, ho pensato ai viandanti , quelli senza dimora che fanno del mondo la loro casa, ho pensato anche ai miei genitori, alle loro radici, hanno trovato veramente la felicità o il loro è stato un semplice accontentarsi?
Ieri sera mentre correvo tra i campi che hanno fatto la mia infanzia, guardavo le luci accese nelle case , il tg della sera che urlava le notizie del mondo e la famiglia riunita per il rito serale " Solo notizie lontane, di luoghi stranieri, tradizioni che non ci appartengono, amore passami il sale!"
Sono veramente realizzati? Chissà se loro hanno mai provato questa senso di inadeguatezza, di debito con il mondo?
Intanto ascoltavo i miei passi che con ritmo regolare rimbombavano per la strada, tum tum, tum tum , tum tum; che bello il tramonto, che colori meravigliosi, la giornata dovrebbe veramente finire qui ,perchè in quel sopraggiungere lento della notte che ingoia gli affanni del giorno, riusciamo ad avere l'intimo contatto con noi stessi,a dare una spiegazione del tutto.
Tum tum , tum tum , tum tum , questa è la vita, l'alternarsi di luce e ombra, di gioia e dolore , di
salute e malattia, di donne e uomini , esseri così diversi ma che riescono magicamente a diventare una cosa sola, in quel misto di colori e odori che è l'amore. L'amore per me è rosa, rosso, giallo come questo cielo di una sera di fine estate.
Tum tum, tum tum, tum tum , la fatica del correre lava via le mie ansie, il battito finalmente si regolarizza al tempo dei miei passi; non è ancora il momento, non sono ancora pronta, devo prima imparare a capire le mie emozioni, superare le mie paure e calibrare le mie reazioni, così non ho nulla da dare, nulla ...

giovedì 6 settembre 2007

Non si può rimanere impassibili

Non si può rimanere impassibili di fronte a una simile giornata.
Non c'è nulla che non funzioni, il cielo è blu, le montagne sono ancora verdi, l'aria è perfetta, nè troppo calda nè troppo fredda, quel giusto compromesso che ti fa venire voglia di...scappare, di buttare come ai tempi della scuola la cartella in un angolo della stanza e correre, correre fino a quando il fiato non ti manca , fintanto che non ti gira la testa per l'insufficenza di ossigeno.
E poi ridere, ridere, ma di cosa? Di tutto, della vita che ti dà l'opportunità di vedere queste giornate, dei problemi, che poi ...dove sono i problemi?
Vorrei...mangiare un gelato,veloce, voracemente, fintanto che non mi viene il mal di testa, che poi per giunta mi piace perchè è un male violento ma fulmineo che ti stordisce e ti toglie anche un pò la saliva;vorrei anche saltare in alto e poi cadere e giocare con il mio amico vento, come facevo da bambina, credere che lui esista veramente e parlarci, lasciare che si manifesti in tutta la sua potenza, che mi scompigli i capelli e mi butti da un lato all'altro del viale, annusare l'aria che sa di sole, di erba, di cielo .E vorrei poi tornare a casa, ma non a casa mia, in quella di Priska piccola, dove c'è il profumo di mamma e il minestrone che bolle, e con le guance fredde e rosse, guardare il cielo che si scurisce pian piano e pensare che in una giornata così non vale la pena essere tristi.

mercoledì 5 settembre 2007

Tradimento? Ma di cosa stiamo parlando?

Di che cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando di quel dolore che oggi mi stringe nel petto, del male che in questi giorni non mi permette di mangiare , di concentrermi, ebbene si anche di scrivere su questo blog.
Ma quando si può parlare di tradimento, quando ci sentiamo così ferite tanto da spingerci a voler lasciare l'altra persona?
E poi eterno dilemma : il tradimento è solo quello fisico oppure anche quello mentale?
Può essere considerato tradimento il sentirsi continuamente con un'altra donna per più volte al giorno? Desiderare di vedere con lei la luna piena o le stelle cadenti?
In fondo gli sms non sono come un tempo le lettere spedite, i messaggi cartacei lasciati in qualche luogo segreto? Perchè nella società della comunicazione facile, dobbiamo accettare che il nostro uomo scambi sms affettuosi con un'altra donna, anche nel pieno della notte, altrimenti risultiamo essere quelle che minano la libertà altrui?
Caspita oggi sono veramente ferita e confusa, non riesco a capire se sono io ad essere una fanatica matta, che si sfoga scrivendo su un blog che altri leggono ,se semplicemente il mio essere una donna orgogliosa e gelosa sta affossando il mio raziocinio o se ho ragione e dunque i miei sospetti sono veritieri.
Dipende veramente da come uno vive le proprie relazioni, da come è fatta l'altra persona e le priorità che si danno nella vita?
Non riesco a rispondere alle mie domande se non con altre domande...
Spesso ragiono sull'altro sesso, cerco di vedere il mondo con gli occhi degli uomini, per cercare di affossare le mie manie e gelosie tipiche del genere femminile, eppure in questo caso vedrei con diffidenza anche una donna, se sapessi che una mia amica sente quotidianamente e più volte al giorno un altro uomo la inviterei a riflettere sul suo attuale rapporto.
Ecco che cosa ho fatto, ferita nell'orgoglio , gelosa fino nel mio più profondo intimo, delusa di quell'uomo che non ha saputo proferire una sola parola, ho pensato che fosse più giusto porre fine a questa relazione fintanto che non fossi riuscita a rispondere alle mie domande.
Ed è sempre così, nel momento in cui ci rilassiamo, in cui abbassiamo la guardia , c'è sempre qualcuno che con un potente diretto ci stende al tappetto.
GONG-GONG urla l'omino , l'incontro è finito 2 a 0 per Cala.
Da coricata sopra al ring, con la testa che mi gira per il forte colpo preso penso...ma a che vale tutto questo dolore? Oggi non ci voglio più pensare, mi fa troppo male la testa, spegnete i riflettori signori , abbassate il volume del microfono, non c'è più nulla da vedere, ora voglio restare da sola, c'è un altro incontro da affrontare, quello con me stessa...
stsccccc voglio crogiolarmi nel mio dolore.

domenica 26 agosto 2007

Il tesoro nell'acqua


"Priska, stanotte ti ho sognata! Che bella che eri, sembravi una bambina alla ricerca del suo tesoro prezioso... che nel sogno era l'acqua. C'era un pò di neve sparsa qua e là e faceva molto freddo. Ti trovavi nella tua casa in montagna (nel sogno non era un posto preciso ma la montagna in generale) e cercavi una sorgente d'acqua, proprio con la spensieratezza e la curiosità di una bambina. L'hai cercata per tantissimo tempo ma invano. Ad un certo punto è spuntato un uomo dalle sembianze di un barbone; nel sogno non c'è stato un momento preciso in cui si è dichiarato tuo spasimante ma sia io (spettatrice indiretta), sia tu lo sapevamo. Subito ne hai avuto paura ma quando ti sei accorta che non voleva far altro che aiutarti a cercare la sorgente, l'hai lasciato fare. Nonostante l'apparenza trasandata coi suoi vestiti stracciati ed il barbone, sei stata immediatamente attratta dai suoi modi garbati e delicati ma soprattutto dalla sua familiarità con la montagna: con maestria ha annusato, toccato e sentito la terra fino a far uscire uno zampillo d'acqua, dopodiché, con lo stesso silenzio con cui era apparso, è sparito. Non l'hai cercato ma hai incominciato a giocare con l'acqua, ballando, e saltando attorno allo zampillo. Troppo bello! Morgana"

Chissà se il sogno sa quali immagine scegliere per comunicare con noi e perchè pur essendo il nostro inconscio a parlare è così difficile comprenderne il linguaggio?
Questa email della mia amica mi ha colpito e anche modificato l'andamento della mia giornata,ho percepito da subito che non i trattava di un sogno riguardante lei ma me , probabilmente in questi giorni tramite il mio blog e le mie email dovevo averle trasmesso un mio stato d'animo, che lei ha poi elaborato ed esternato nell'immagine onirica.
Perchè io come una bambina cercavo l'acqua, chi era questo barbone che mi attraeva e di cui mi fidavo?
Sabato sera non sono uscita, avevo l'animo troppo sconbussolato per poter incontare altre persone e ho pensato a quel sogno , se l'acqua è da sempre simbolo di rinascita e rigenerazione per quale motivo io ho dato l'impressione di voler rinascere? Non ho appena dichiarato a tutti di essere felice e serena qui, di non voler essere in nessun altro luogo?
E' stata la notte a farmi cambiare idea a illuminarmi un pò,il mio inconscio infatti mi ha aiutata a fare chiarezza e a a placare lo scompiglio nel mio animo, mi sono svegliata con la piena consapevolezza che Morghi avesse percepito non il mio desiderio di rinascita ma quello di generare, e con chi altri se non con quel barbone montagnino del mio fidanzato che ha saputo conquistarmi con i suoi modi gentili?
Dunque è tutto normale, in questo periodo di nascite e gravidanze ragiono spesso sulla maternità, e anche se tendo a dimostrarmi distaccata e calma qualche animo sensibile percepisce le mie paure e perplessità al riguardo.
Grazie Morghi e sognami ancora.

domenica 19 agosto 2007

Quando le relazioni finiscono


Cosa trasforma l'amore in odio? Per quale motivo nel momento in cui lasciamo una persona quel fantastico sentimento che ci portava a condivedere ogni esperienza , che ci faceva dormire abbracciati tutta la notte, si trasforma in una profonda repulsione per tutto quello che era la vita insieme?
Dove va a finire l'amore quando ci si lascia, dove si nasconde, perchè non si può più volere il bene per l'altra persona ed essere felici per lei?
Ragionavo ieri sera con un amico che giustamente non ci domandiamo mai all'inizio di una relazione quali possono essere le conseguenze di un' eventuale rottura, l'amore ingannatore ci porta a far tuffare nella nostra vita l'altra persona, a condividere gli amici, la casa e ogni momento, a diventare in tutto per tutto UNO.
Cerchiamo anche che l'amata diventi Uno con la nostra famiglia e i nostri amici, costringendo tutti a roteare nel nostro turbine di emozioni che ci confonde, che ci ubriaca.
Succede dunque spesso che uno dei due rinunci alla propria vita sociale per creare nuovi e anche stabili legami , ho conosciuto in questa maniera una delle mie migliori amiche, ma cosa succede quando crolla la coppia?
Ecco noi non mettiamo mai in conto che la nostra vita potrebbe cambiare, che potremmo anche essere costretti a modificare le nostre abitudini per evitare quelle spiacevoli situazioni in cui gli amici , ormai comuni, non sanno chi dei due invitare a una cena oppure il silenzio di quando ci si incontra per caso ad un aperitivo e tocca a noi una qualsiasi battuta per rompere il ghiaccio, e spesso non è mai quella più giusta.
Personalmente ho dovuto stravolgere la mia vita per una storia d'amore finita, e non è stato così male...forse sono questi errori che ci permettono di cambiare strada, di tenere in mano i fili del nostro destino, che ci spronano a cercare nuove vie, nuove soluzioni...magari l'amore dei nostri ex, quelli che ci hanno spezzato il cuore, oppure quelli che noi abbiamo usato e buttato via si manifesta ancora in questo momento, in questo cambio di rotta che ci permette di innamorarci ancora, di girare, girare in questo vortice che non è altro che la vita.

lunedì 6 agosto 2007

Che Priska sarei


Sono a casa, guardando dalla grande finestra del soggiorno cerco quella tranquillità di animo che le mie montagne da sempre riescono infondermi, il mio primo pensiero ,mentre Smeagol si striscia sulle mie gambe con un forte "ron ron" , è : dove potrei desiderare di essere in questo momento?
Non sento alcun rumore se non quello delle campane di alcune mucche lontane e l'aria umida mi riempie le narici, ne respiro a pieni polmoni e non so perchè ma da quando sono piccola questo profumo mi mette un pò di malinconia...misto di ricordi e di emozioni ormai lontane, che meraviglia, che pace!
Mi domando però se sono stata io a scegliere di vivere in montagna o se sono gli eventi che mi hanno portata qui, facendo in modo poi che mi adeguassi... che Priska sarei vivessi in un altro luogo? Ma è l'ambiente in cui viviamo che ci plasma oppure noi siamo così e basta?
In questi giorni ho rincontrato una mia grande amica, ci siamo perse di vista per quasi otto anni eppure mi sembra di non averla mai lasciata, la stessa sintonia, lo stesso parlare sciolto senza convenevoli o imbarazzi, l'infanzia e l'adolescenza trascorsa insieme, le prime esperienze raccontate in lunghi pomeriggi al telefono o nelle nostre camerette, alle volte mi dimentico perfino di avere una vita diversa da allora.
Lei abita in città , la sua vita scorre tra ufficio, la bici per i trasporti più brevi tra le vie di Torino, il cinema ,le feste e gli aperitivi con gli amici; come sarei vivessi anche io in una grande città, sarei la stessa? Quanto mi mancherebbero le montagne, l'alpinismo , la neve e le nuotate a Sestriere? Proverei le stesse emozioni di ora? Mi piacerebbe pedalare tra le vie trafficate in mezzo a tanta gente?
Non ho mai vissuto in una grande città e non riesco dunque a immaginarmi, anche se alle volte è la pianura a mancarmi, sento la nostalgia di una vita culturalmente attiva fatta di cinema, teatro, musica,sento il bisogno di una vita sociale, di serate e aperitivi con gli amici...
Probabilmente sarei diversa, sicuramente più magra a causa dello stress, ricordo l'ansia che mi provocava il traffico quando frequentavo l'università, indubbiamente meglio vestita visto che qui durante la stagione invernale non indosso altro che scarponcini, giaccavento e pantaloni comodi e il mio corpo sarebbe diverso? Credo di si, perchè alla fine non è altro che un veicolo, un mezzo che si adegua alle circostanze, non correrei in montagna e non farei alpinismo dunque gambe e spalle più sottili!E io, le mie idee, i miei interessi, i miei modi di pensare?
La montagna mi ha cambiata, le tradizioni alpine, la gente di questi luoghi ha plasmato il mio essere, forse a causa del freddo , ma anche dello stesso ambiente , mi sento più chiusa su me stessa, meno aperta verso la gente , alle volte anche diffidente; ho notato anche in questi giorni in pianura, una certa difficoltà a svestirmi nonostante il grande caldo, a lasciarmi coccolare dalla calura estiva...mi sembra innaturale.
Ma ora che ci penso, non è questa la vera Priska,non è che forse mi ero abituata a vivere in pianura e che avessi solo bisogno dell'ambiente giusto per scoprirmi, tirare giù il velo e venire fuori?
Chissà...sicuramente il destino o il caso che sia ha permesso che io provassi qui le emozioni più belle, le scoperte più interessanti e quella tranquillità di animo che per 26 anni ho rincorso giù.


domenica 5 agosto 2007

Vi racconto il mio primo ottomila

Mercoledì sera il mio moroso racconterà il suo primo ottomila...e magari ci sarà anche qualche anteprima del mio Nepal...Mera Peak Spring 2007.
Pragelato 8 agosto 2007 in palestra comunale Fraz.La Ruà

mercoledì 1 agosto 2007

Giulia

Chi è Giulia?
E' difficile dirlo perchè è una ragazzina che non si racconta molto e che lascia anche poco trapelare di sè.
Potrei descriverla raccontando che cos'è Giulia per me...lei per me è l'amore incondizionato, quello dove dai senza aspettarti nulla in cambio, quello cristallino senza compromessi.
Giulia non è mia figlia, ma se mai dovessi averne una,la vorrei come lei.
Ieri in silenzio in macchina con me era bellissima, nella sua ingenuità a metà tra l'adolecenza e la fanciulezza, quegli occhi da bambina in un fisico che vuole crescere, con lei affianco percepivo quel legame di sangue che ci unisce, la ascoltavo mentre mi raccontava delle sue giornate e sorridevo perchè era come se ci fosse una piccola Priska su quel sedile, la stessa educazione impartita da nostra madre, con le espressioni buffe a metà tra il piemontese e l'italiano, i medesimi sogni di una nuova estate vissuta non più da bambina.
Mi sento le spalle coperte sapendo che lei ci sarà nella mia vita...ti voglio bene Giulia.



martedì 31 luglio 2007

La libertà

Oggi per forza maggiore mi sono trovata a casa, senza un minimo programma per la giornata, avevo in realtà organizzato una gita con mia zia ai tredici laghi a Prali, erano giorni infatti che sentivo la necessità di lasciare quella che ormai è diventata la mia Valle per ritrovare i paesaggi che hanno fatto la mia infanzia, avevo come bisogno di un tuffo nel passato, di risentirte alcuni odori e giocare a riconoscere ambienti un tempo famigliari.
Invece dopo una notte sudata mi sono svegliata che fuori pioveva e il cielo plumbeo non lasciava presagire nulla di buono...ho cercato ovviamente sconfortata, di riorganizzare la giornata per non perdere l' allenamento, poi ho sentito un primo timido brivido nella schiena, poi un secondo più violento...era la libertà che bussava, quella libertà di poter decidere cosa fare senza dover rendere conto a nessuno, di dormire, correre,coccolarmi, mangiare oppure leggere, senza tempi, senza limitazioni.
La libertà...ma che cos'è in fondo?
Quando possiamo dirci totalmente liberi?
Alle volte le relazioni ci stanno strette come prigioni, ma poi appena le interrompiamo diventiamo schiavi di noi stessi, della nostra volontà; altre volte invece mi sento prigioniera del mio corpo, sento una limitazione dover stare ai suoi ritmi,ai suoi tempi, dovergli dare da mangiare, da bere, lavarlo, curarlo, medicarlo quando sta male...senza contare l'allenamento, lui ha bisogno di un allenemento costante , giornaliero, guai fare di più ma anche guai fare di meno, e il mio spirito zitto muto sta al suo volere perchè se anche una sera volesse arrivare per esempio in cima a una montagna non potrebbe farlo senza il consenso delle gambe...
Non è forse una limitazione, non vorremmo tutti poter star svegli 24 ore al giorno?
Non potremmo dunque mai essere liberi visto che dipendiamo anche da noi stessi?
Non credo che potrò mai trovare una risposta, di certo Tiziano Terzani mi ha aiutata donandomene una asiatica vecchia di secoli.
" Un uomo va dal suo re che ha grande fama di saggezza e gli chiede: "Mio signore che cos'è la libertà? " " Quante gambe hai?" , gli risponde quello,
L'uomo si guarda, sorpreso dalla domanda." due risponde " " bene allora alzane una "
L'uomo pensa un pò, poi tira su la sinistra, appoggiando tutto il proprio peso sulla gamba destra.
"Bene ", dice il re. " ora alza anche l'altra " " ma è impossibile mio signore " " Ecco questa è libertà, si è liberi di prendere solo la prima decisione"
La mia prima decisione oggi è stata quella di dormire e poi di fare una cosa che potesse coccolare sia quel brontole del mio corpo che quel paziente del mio spirito, un massaggio...nella più totale libertà.

lunedì 30 luglio 2007

In bocca al lupo amore


Una bella foto del mio moroso durante la Maratonalp e un in bocca al lupo per la Chaberton Marathon.Ti aspetto in cima ....
( Per info su chaberton marathon clikkate sul link in fondo al post , invece se volete avere info sulla bella e nuova maratonalp ecco il link:
www.maratonalp.it )
http://www.montagnedoc.it/template_scheda.php?cat=45&tipo=catalogo&ID=20152

sabato 28 luglio 2007

Essere a disagio

Due giorni fa un mio caro amico mi ha fatto ragionare sul disagio, in quanto mi ha "timidamente" confidato di provare questa sensazione in mia presenza , ovviamente non mi ha fatto piacere mi sono sentita come quel vestito stretto che al mattino presto ci calza a pennello e poi dopo mezzo boccone mette in risalto la nostra pancia o quella calza rotta all'inizio di una festa...sono per lui in qualche momento il brufolo sul naso che tutti guardano ipnotizzati.
Che brutta situazione... ricordo perfettamente il mio disagio adolescienziale, quando il mio corpo gonfiava ( poco in alcuni punti e molto in altri...) e mutava, quando sentivo di non appartenere a quel mondo di adulti fatto di maschere e menzogne e tentavo in ogni modo di aggrapparmi alle mie idee finendo per isolarmi e sentirmi sempre un pesce fuor d'acqua.
Ricordo anche di volte da più adulta di aver sbagliato vestito e di essermi trovata in jeans e sandali a una cena elegante da tacchi e vestito da sera o il contrario...fichissima a una serata easy.
Oppure i silenzi durante la cena con un tipo che si presentava così interessante e che si rivelava poi di una noia mortale.
Ho cercato nella mia crescita personale di modificare il mio carattere per tentare di mettere tutti a proprio agio con me, ho imparato a cercare argomenti di discorso anche quando non si ha molto da dire, a muovermi lentamente e non con frenesia per dare un senso di traquillità alle persone con cui mi trovo, ho imparato a scegliere i vestiti più comodi e in caso di serate non chiare un look medio quel figo che non impegna.
Nonostante tutti questi sforzi nemmeno così funziona,non c'è niente da fare i corpi e gli animi si attraggono e si respingono creando meravigliose emozioni ma anche disagi.
Quindi cerco di non prendermela e lasciare che tutto avvenga spontaneamente e se qualcuno si sente a disagio con me...mi dispiace probabilmente non potremmo mai essere buoni amici.

giovedì 26 luglio 2007

Il tempo

Oggi mi sono trovata a riflettere sul tempo...
Per me il tempo e così quantificato: il tempo per salire su una montagna,il tempo di una corsa e il tempo di allenamento, il tempo del primo che oggi taglierà il traguardo per l'iron bike , il tempo impiegato al lavoro ...e da ieri il tempo giusto per fare un figlio.
Infatti ho incontrato dopo parecchi anni una mia amica d' infanzia, da piccola volevo essere uguale a lei...avere i suoi occhi , il suo charme,disegnare e cantare come lei ;da subito non l'ho riconosciuta,ho in realtà soffermato il mio sguardo su una ragazza che teneva per mano una bambina di 2 anni mentre allattava al seno una bimba appena nata.Sono rimasta da subito colpita dalla naturalità e dolcezza con cui questa persona compiva queste due azioni,mi sembrava così ancestrale e affascinante il suo allattare in mezzo al mercato non curante di chi le stava attorno, ho respirato un soffio di naturalezza.
E poi l'ho riconociuta, era lei con lo stesso charme, lo stesso magnifico sguardo di un TEMPO.
Mi sono domandata : vorrei ancora essere come lei e avere due bambini?Ho desiderato sicuramente essere bella come era lei in quel momento ma...i bambini?
Non lo so, mi ripeto che ho ancora tempo , che non è il momento e che ho bisogno di tempo per fare ancora tante cose...
tic tac tic tac ...tempo, tempo , tempo!!!
Mi batte in testa ... sempre di corsa , sempre a guardare l'orologio...
Ecco un altro attimo che fermerei...lei con i suoi bambini...splendida!
Il suo sito www.amorphi.net

mercoledì 25 luglio 2007

Ma esiste il Mal di Nepal ?

Esiste il mal di Nepal?
Che cos'è questo senso di ansia e inadeguatezza che mi stringe forte il cuore? Ieri come sempre quando ho bisogno di risposte ho provato a indagare inserendo su google il male che più si può avvicinare a questo :"Il mal d'Africa", credevo di trovare un rimedio, una soluzione, la testimonianza di qualcuno che mi chiarisse le idee.
Invece nessuna soluzione , wikipedia mi dice così "
Nel linguaggio comune, "mal d'Africa" si riferisce alla sensazione di nostalgia di chi ha visitato l'Africa e desidera tornarci" dunque il mio è solo un desiderio, la nostalgia di un luogo e non c'è soluzione se non quella di ritornare.
In effetti ho bisogno di quei colori, delle bandiere che "pregano" al vento, dei sorrisi bianchi sulle facce scure, del bianco della neve vicino al verde della foresta. Ho bisogno di respirare quell'aria e di sognare di arrivare in cima al tetto del mondo. Ma soprattutto mi manca quella sensazione...quella di Esserci, di essere dentro al mondo e sentire il suo cuore pulsare...come i tamburi dei monaci.
Mi manca...e l'unico rimedio che ho trovato oggi è stato quello di correre fino su a Costapiana, soddisfare un pò il bisogno di vedere dall'alto e respiare un pò di aria libera.